La Famiglia
“Avrei voluto
viaggiare, andare in quel paese... ma come facevo a lasciare mia
madre e i miei amici?”.
È una delle motivazioni
più ripetute. La voglia di andare via dal nostro paese per noi
Italiani è bloccata dai nostri legami familiari. Un concetto
importante a cui diamo un valore maggiore rispetto ai nostri
personali desideri e aspettative. I genitori, i fratelli, le
sorelle... tutto quello che consideriamo Famiglia: gli amici più
intimi, i compagni di squadra, il gruppo, persone con cui siamo cresciuti
insieme magari dall'asilo all'università. Con cui hai condiviso esperienze, gioie e fallimenti. Il focolare domestico, un
posto da chiamare “Casa mia”. La sicurezza del gruppo, dei luoghi
cari, delle cose che già conosciamo che ci proteggono e ci coccolano. La
famiglia è tra i primi motivi per restare nel paese dove si è nati.
Sono Italiano
“... Lasciatemicantare con la chitarra in mano, sono un italiano...” cantava TotoCutugno a SanRemo nel 1983. Una canzone, un inno, uno stile di vita.
Essere
italiano: gente onesta e sincera che non ha paura di parlare degli
aspetti negativi di se stessi e del proprio paese, ma che conferma
sempre con orgoglio la sua appartenenza al concetto di nazione. “Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono” diceva il Grande Gaber. Nella
gioia e nel dolore. Restare in Italia perché è qui che sono nato ed
è qui che morirò. Lottare per i propri ideali, risolvere i problemi
della società, cercare le soluzioni. L'Italia sta affondando nei
suoi problemi e non si lascia la nave. Sono Italiano e voglio fare i
miei figli in Italia e tramandare loro cosa significa la parola
Italia. Poi ognuno trovando le sue motivazioni politiche. Chi resta è
colui che combatte e lotta per il suo paese, senza poi magari farlo
veramente, ma ci piace crederlo. Si sa come siamo fatti noi Italiani.
Basta leggere attentamente la nostra storia per capire chi siamo
veramente e cosa vuol dire essere un Italiano.
I
Piaceri della vita
La
cucina italiana: gli ortaggi, le verdure, l'olio extra vergine
d'oliva, i formaggi, il vino, la frutta. Il gusto. I prodotti di
qualità. Siamo un popolo che diamo al cibo un valore importante e
sappiamo che il cibo migliore è quello fatto nella nostra penisola.
Sappiamo mangiare, stare in compagnia, bere vino e fare conversazione
a tavola. Non è solo il cibo in sé: ma tutta l'infinità di
emozioni, piaceri e valori che noi diamo alle pietanze. Sappiamo cosa
è bello e buono e lo usiamo per essere felici. Sappiamo star bene
con poco. Dal Nord al Sud siamo così variopinti e variegati che ci
rende speciali: culture, storie, tradizioni diverse. Italia bella
perché varia. Dalle mele della Val di Non alle arance di Rosarno.
La storia. I musei. I Palazzi. Le chiese. Le sculture. I monumenti. Siamo circondati da secoli di storia. Città museo a cielo aperto. “Italia di terra bella uguale non ce né”. L'orgoglio di andare all'estero e poter dire “il mondo è bello, per carità, ma sai io vengo dall'Italia”. Essere abituati al bello. Abituati a vedere gli Acquedotti Romani, Michelangelo, Bernini, Da Vinci, Giotto, Dante, Galileo... Il paese con il più alto numero di siti patrimonio dell'Unesco, ben 49. Viviamo in una terra bellissima che tutto il mondo viene a visitare.
Potremmo vivere di solo turismo e gastronomia e goderci i piaceri della vita.
Vivere
con lentezza
Secondo
ricerche internazionali si vive bene e a lungo. Per le “Statistiche Sanitarie Mondiali 2014” (fonte Organizzazione Mondiale dellaSanità) i maschi italiani nati nel 2012 possono aspettarsi di vivere
fino a 80, rispetto alla media mondiale di 68 anni. Il sesso
femminile ha un'aspettativa di 85 anni, mentre le donne del mondo si
fermano a 73. Per l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo
Economico (OCSE) in Italia la spesa media nel settore della sanità è
di circa 2.200 euro all'anno. Solo il 10% degli adulti è obeso,
rispetto alla media OCSE del 17.6%.
Insomma
si vive a lungo e in maniera decente in Italia. Una società basata
sulla fascia più anziana, più esperta e matura. Il sistema
sanitario sembra al collasso, ma ancora possiamo vantare una buona
assistenza medica.
Quindi magari per i giovani non è facile all'inizio adattarsi, riuscire a placare la loro spinta propulsiva giovanile ma se si decide di vivere con lentezza ed aspettare il passare del tempo con l'aumentare delle rughe... l'Italia comincia a diventare un posto sempre migliore.
Quindi magari per i giovani non è facile all'inizio adattarsi, riuscire a placare la loro spinta propulsiva giovanile ma se si decide di vivere con lentezza ed aspettare il passare del tempo con l'aumentare delle rughe... l'Italia comincia a diventare un posto sempre migliore.
L'estero,
non è per tutti
La
lingua. Il clima. La cultura diversa. Altri modi e stili di vita con
consuetudini differenti. La paura di non farcela. Possono essere
tante le scuse che impediscono la partenza all'estero. Sinceramente
partire con tanti dubbi e insicurezze non fa altro che aggravare la
situazione, per alcuni forse è meglio rimanere a casa, piuttosto che
andare in giro a lamentarsi aumentando soltanto gli stereotipi. Non
troverai un buon caffè, difficilmente mangerai così bene come mangi
a casa di nonna. Difficilmente troverai un pub che ti faccia vedere
tutta la serie A. Come diceva una canzone, magari non troppo famosa,
dei Litfiba: “... oltre il confine c'è chi si perderà, oltre ilconfine c'è chi ce la farà...” (dall'alba al tramonto,Elettromacumba, 2000) L'estero non è per tutti. Ci vogliono qualità
che non tutti hanno: spirito di adattamento, capire e conoscere.
Sentirsi un immigrato e a volte anche discriminato. Devi ricominciare
da zero. L'estero non è come giocare in casa. E si sa che in
trasferta è sempre più difficile. Per vincere devi dare più del
100%, anche perché non ci sono i tuoi tifosi ed il pubblico
straniero non sta certo ad aspettare a te.
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