Je so' pazzo (Pino Daniele)
Je so' pazzo, je so' pazzo
e vogl'essere chi vogl'io ascite fore d'a casa mia.
Je so' pazzo je so' pazzo
c'ho il popolo che mi aspetta
e scusate vado di fretta
non mi date sempre ragione
io lo so che sono un errore
nella vita voglio vivere almeno un giorno da leone
e lo Stato questa volta non mi deve condannare
pecché so' pazzo,
je so' pazzo
ed oggi voglio parlare.
Je so' pazzo, je so' pazzo
si se 'ntosta 'a nervatura
metto tutti 'nfaccia 'o muro.
Je so' pazzo, je so' pazzo
ma chi dice che Masaniello
poi negro non sia più bello?
E non sono menomato
sono pure diplomato
e la faccia nera l'ho dipinta per essere notato.
Masaniello è crisciuto
Masaniello è turnato.
Je so' pazzo, je so' pazzo
nun nce scassate 'o cazzo!
Ho cominciato un lavoro
per passione. Scrivere la verità su un pezzo di carta. Andare in
giro per la città e raccontare quello che succedeva agli altri. “Che
cosa vuoi fare da grande Stefano?” “Il giornalista” rispondevo.
“Bello! Ma lo sai che sono tutti dei pezzi di merda. Sono una lobby
di potere. I giornalisti non sono liberi, scrivono quello che
l'editore dice di scrivere. E se si credono liberi li ammazzano”.
“Ma che per davvero?” “che Ingenuo che sei, l'Italia è così”
mi rispondevano.
E allora che posso fare
per cambiare qualcosa? Bhe potresti fare la Politica. Ti metti a fa
il Politicante. Ma lascia perdere figlio mio. Non vedi Tangentopoli.
Sono tutti dei delinquenti.
Si perché Era questo il
periodo della mia bellissima adolescenza. Uscivo dalla scuola media
c'era Antonio Di Pietro con le sue Mani Pulite, Falcone con
Borsellino venivano fatti saltare per l'aria e Berlusconi Presidente.
Io sono cresciuto così, tra una crisi di governo e un film di Spike
Lee.
E poi tutto il resto.
Ilaria Alpi, Alessandro Siani, Calvi, lo Ior, la Mafia, la Camorra, i
sequestri, i morti dello Stato. “Ma vabbe, non ti arrabbiare, te ne
devi fare una ragione: L'Italia è così”.
A tante cose non vogliamo
rispondere. Non vogliamo cercare le risposte. Così come per Carlo
Giuliani, Fabrizio Quattrocchi, Gabriele Sandri, Stefano Cucchi,
Fabrizio Raciti, Federico Aldovrandi e tutti i morti sui posti di
lavoro.
Noi, IO, tutti gli
italiani non sappiamo rispondere. Sempre con i dubbi, mai una volta
che riusciamo a scrivere una storia comune. Non abbiamo ancora capito
se abbiamo vinto o perso la Prima Guerra Mondiale. Ancora a parlare
se Mussolini è stato bravo o uno scemo. Se è meglio lavorare con la
raccomandazione, con la spintarella, perché serve, perché non c'è
lavoro. E che fai dici di no ad un amico che ti offre un lavoro?
Occorre prendere atto che
è così. Attaccare violentemente il presente, e tutto quello che ci
ha fatto arrivare a questo punto. Solo così si può fare qualcosa. È
un processo difficile, non una fiction ma una guerra del pensiero.
Pessimismo dell'Intelligenza. Ottimismo della volontà.
Criticare e condannare
questa Egemonia culturale italiana. Che ci rende tanti numeri 0 di
fronte a un cojone che grida di più degli altri di essere il numero
1. La storia lo dice. E così in Italia: siamo stati tutti
mussoliniani, e il giorno dopo non più. Siamo stati tutti
democristiani, siamo stati tutti Craxiani, e poi DiPietristi, per poi
cambiare subito bandiera e diventare tutti Berlusconiani. E ora... la
moda dice dobbiamo essere tutti Renziani o Grillini o Salvini. Ma vi
rendete conto di quello che sto dicendo.
Mi diranno che devo
entrare dentro le istituzioni per cambiare il sistema. Ogni volta la
stessa frase: “è facile criticare, se vuoi. prendi i voti, fatti
eleggere e cambia le regole dall'interno”. Ti invitano ad entrare.
perché sono sicuri che una volta dentro: diventi uno di loro, sono i
grado di controllarti, ti chiudono perché devi seguire regole e
leggi senza alcun senso, e così anche con tutte le buone intenzioni
entri a far parte anche tu della caciara. Un sistema è come un uovo
se si vuole rompere, bisogna starne all'esterno.
Mai nessuno che si prende
le colpe. Le responsabilità. Tutto rimane fermo. Nessuna risposta.
Che cosa è successo? Non si sa.
Come popolo noi non
conosciamo la parola Autocritica. Una bella terapia psicologica
collettiva nazionale. Ma lo so... è impossibile, è utopia.
Chi è stato? Lo Stato? E
chi è lo Stato? Se proprio dobbiamo cercare un responsabile per
tutto. Se ci serve questo come paese per andare oltre e fare un passo
in avanti, e vogliamo dare le colpe di tutto. datemele a Me...
SONO
STATO IO. Mi fa male, ma lo devo confessare: lo Stato sono Io.
Stato Stato Io a chiudere
gli occhi di fronte al crescere di un atteggiamento che ha portato a
Mafia Capitale.
Sono Stato Io a formare
uno tra i più grandi debiti pubblici della storia.
Sono Stato Io a fare il
compromesso con una mentalità mafiosa.
Sono Stato Io a dare
mazzette per l'Expo 2015.
Sono Stato Io a non
pensare al futuro delle mie generazioni. E ho permesso di distruggere
un paese bellissimo. Non facendo la raccolta differenziata,
costruendo palazzi con la sabbia di mare nel cemento.
Sono Stato Io a fare
abusivismo edilizio e a causare frane e allagamenti.
Sono Stato Io a uccidere
tutti i morti sul lavoro, perché non controllavo, perché
risparmiavo sulla sicurezza dei miei dipendenti.
Sono Stato Io a uccidere i
ragazzi della casa dello studente a L'Aquila.
Cosi come Sono Stato Io a
uccidere quei 26 piccoli angeli della scuola di San Giuliano di
Puglia.
Sono Stato Io a picchiare
Stefano Cucchi.
Sono Stato Io a mandare
Greta e Vanessa in Siria, dai terroristi. Così come sono stato a far
eleggere Maurizio Gasparri fino a farlo diventare vice presidente del
mio senato. Terroristi? Molti di più in parlamento che in Siria.
Sono Stato Io ancora a
dire “frocio, negro, guardia infame, zecca comunista, ad essere
razzista, ad odiare l'extracomunitario, ma allo stesso tempo
guadagnarci soldi e sfruttarlo, e a chiamarli per fargli pulire il
culo a mio nonno.
Sono Stato Io ad andare in
pensione a 50 anni, questi baby pensionati che magari fanno un
lavoretto in nero, ma tanto bravi a fare la morale. Senza mai
insegnare niente alla generazione successiva. Anzi vedendo la crisi,
hanno cercato di salvaguardare privilegi e diritti mentre tutti
intorno affondavano.
Sono Stato Io. Lo Stato
sono Io. E se lo Stato sono Io. Allora voglio essere chi voglio io. E
lo so sono un errore. Ma nella vita voglio vivere almeno un giorno da
leone. E lo Stato questa volta non mi deve condannare. Perché Je so
pazzo ed oggi voglio parlare...
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